I ragazzi, i videogame e la buonanotte difficile
Sms, playstation e tv stanno creando una generazione di «gufi»? L'esperto: «Lasciamo che i bambini vivano in modo naturale il piacere del sonno». Dalla Giornata Mondiale del Sonno 2011 il decalogo del dormir sano
Sms, videogiochi e tv stanno creando una generazione di «gufi»? L'infanzia paga un prezzo alla tecnologia (e ai genitori tiratardi). L'esperto: «Lasciamo che i bambini vivano in modo naturale il piacere del sonno». Dalla Giornata Mondiale del Sonno 2011 il decalogo del dormir sano
Chi dorme forse non piglia pesci, ma cresce sano. Questo ricordano gli esperti, che a bambini e ragazzi hanno dedicato la Giornata Mondiale del Sonno 2011 e un decalogo della buonanotte. Fra le regole principali del dormire bene vi è il mantenere ritmi regolari, curare l'alimentazione, badare che il letto sia comodo, fresco e asciutto, rispettare la differenza fra notte e giorno e, soprattutto, lasciare fuori dalla cameretta tv, cellulari, computer e playstation.
DUE ORE DI SONNO PERSE - I problemi di sonno riguarderebbero circa un quarto dei bambini nel mondo, secondo il Comitato internazionale della World Association of Sleep Medicine, che da quattro anni, il venerdì più vicino al primo giorno di primavera, promuove la Giornata Mondiale scegliendo un tema su concentrare gli sforzi educazione e prevenzione. Secondo un'indagine americana commissionata dalla National Sleep Foundation sul sonno e le tecnologie della comunicazione, il 55 per cento degli adolescenti fra i 13 e i 18 anni naviga in internet poco prima di dormire, i 50 per cento guarda la televisione, il 36 per cento gioca con i videogame (il 14 per cento lo fa tutte le sere), il 56 per cento manda e riceve sms. Nove ragazzi su cento vengono svegliati quasi ogni notte dal cellulare. Alla fine, quanto dormono? Sette ore e 26 minuti in settimana, parecchio meno delle 9 ore e 15 minuti raccomandate ai ragazzi della loro età.
DORMIRE, UN PIACERE MA NON SOLO - Fra i possibili effetti di un inadeguato riposo notturno figurano l'obesità, il rischio di incidenti, problemi emotivi, aggressività, irritabilità, iperattività o, al contrario, mancanza di energia, difficoltà di memoria, attenzione e apprendimento che possono influire negativamente sulle attività scolastiche. Ma soprattutto, dormire poco e male significa perdersi uno dei piaceri della vita, osserva Liborio Parrino, co-chair dell'evento e responsabile del centro di medicina del sonno dell'università di Parma. «Il sonno non dovrebbe essere un problema - dice - ma una gioia. Andrebbe assecondato, ciascuno secondo la propria predisposizione. E' la terapia antistress e antinvecchiamento più naturale, economica, ecologica che c'è. I piccoli che dormono poco, crescono poco, una volta le mamme lo sapevano, e in effetti durante il sonno i bambini producono grandi quantità di GH, l'ormone della crescita. Inoltre, si ritiene che il sonno Rem abbia un ruolo nello sviluppo del cervello».
GENERAZIONE SEMPRE «ON» - Davvero i bambini e i ragazzi di oggi diventano sempre più «gufi»? «Difficile generalizzare - risponde Liborio Parrino - poiché esistono variazioni sociali e culturali importanti. E' vero però che a mano a mano che le società si sono evolute, l'infanzia ha pagato un prezzo in termini di quantità e qualità del sonno. Elettricità e luce perpetua, cellulari, computer, ma anche i ritmi familiari, genitori che lavorano e rientrano tardi, si cena e giustamente si vuole trascorrere del tempo con i propri figli. Li si coccola, li si fa giocare, ritardando sempre più il momento dell'addormentamento».
COME CAPIRE SE CI SONO PROBLEMI? - «Nei ragazzi più grandi cambiamenti dell'umore e sonnolenza sono spesso evidenti - spiega Parrino -. Nei più piccoli va tenuto presente che c'è una reazione al sonno particolare: un adulto che ha sonno si butta dove può e cerca di assecondare la sonnolenza, il bambino privato del sonno o con un sonno di cattiva qualità, invece, diventa iperattivo e nervoso, innescando spesso fraintendimenti con i genitori che per calmarlo o per distrarlo lo coccolano, lo tengono in braccio, e finiscono per eccitarlo ancora di più». Un altro segnale utile è la respirazione. «Un bambino che va in apnea notturna o che russa va fatto vedere dal medico, tenendo presente che tonsille ingrossate e sovrappeso possono contribuire a peggiorare la qualità del riposo» precisa Parrino.
I RIMEDI -. Bisogna trovare equilibrio fra gli stimoli della nostra società e cultura e il nostro orologio biologico, a partire dal rispetto dell'alternanza fra buio e luce. «Non servono le crociate - raccomanda Parrino - basta ascoltare di più il nostro organismo». Un consiglio che vale per grandi e piccoli: «Tutti dovremmo, dopo le 21 di sera, "abbassare i giri del motore", niente telefono, televisione, litigate e visitatori, abbassare le luci e i suoni, assecondare in maniera naturale l'arrivo di Morfeo». E per favorire il sonno dei piccoli, vale il medesimo buon senso: luci soffuse, silenzio, calma, televisione spenta («Noi, da bambini andavamo a letto dopo Carosello - ricorda Parrino - , ora il palinsesto è cambiato e la prima serata inizia alle 9 di sera»). «Lasciare che il bambino viva in modo naturale il suo sonno. Lui, che dormiva anche nella pancia della mamma, sa come fare».
Donatella Barus
CHI E': Liborio Parrino è ricercatore e responsabile assistenziale del Centro di Medicina del Sonno del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Parma. E' Vice-Presidente dell'AIMS (Associazione Italiana di Medicina del Sonno) e socio fondatore della WASM (World Association of Sleep Medicine). E' Co-Chair della World Sleep Day, organizzata annualmente dalla WASM. Ha partecipato come consulente alla realizzazione della classificazione internazione dei disturbi del sonno (ICSD-2). Co-fondatore e membro del Comitato di Redazione di SONNOMED, rivista ufficiale dell'AIMS.
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